Golda by Elisabetta Fiorito

Golda by Elisabetta Fiorito

autore:Elisabetta Fiorito [Fiorito, Elisabetta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giuntina
pubblicato: 2023-12-08T00:00:00+00:00


Il governo di unità nazionale

In una campagna elettorale dove Golda ha un balzo di popolarità, dal 3 per cento al 75 per cento per raggiungere l’85 nei mesi successivi, e il paese è tappezzato con poster in cui lei appare come un’autorevole leader, la coalizione laburista vince ancora una volta, anche se non con il margine sperato, ossia con 56 seggi, sette in meno della volta precedente, mentre il Gahal, la coalizione di destra antesignana del Likud, balza da 22 a 26 seggi. Golda è confermata premier, adesso non è più a capo di un governo in transizione ma è nel pieno esercizio dei poteri che vengono dalla vittoria alle urne. Ma nubi si addensano ancora una volta dagli Stati Uniti. L’ambasciatore israeliano Rabin riceve il discorso del repubblicano Hugh Scott, appoggiato dal sottosegretario di Stato William Pierce Rogers, che vorrebbe il ritiro di Israele dai territori egiziani, da Gerusalemme, città che dovrebbe essere unificata con giurisdizione di ebrei e arabi, il ritorno ai confini anteriori al 1967 e la soluzione dei rifugiati; il tutto in cambio di un piano di pace con l’Egitto. Rabin considera il rapporto inaccettabile ma suggerisce di non rifiutarlo tout court. Golda insorge: «Sei impazzito? Rappresenti Israele o gli Stati Uniti?». I rapporti con la Casa Bianca, però, sono ondivaghi anche a causa della guerra diplomatica tra Rogers e il consigliere di Nixon, Henry Kissinger, che nel 1973 lo scalzerà e diventerà sottosegretario di Stato. Malgrado gli stati arabi e l’Unione sovietica rifiutino il piano Scott, Golda fiuta il pericolo e decide, nel mezzo della guerra di attrito, di dar luogo al primo governo di unità nazionale che includa tutti i partiti, il 90 per cento dell’elettorato. Ne entrerà a far parte anche Begin, il maggiore oppositore dei labour; sarà l’esecutivo più numeroso della storia di Israele con 24 ministri, di cui alcuni senza portafoglio.

Ma la sinistra estrema, le cui opinioni sono espresse da Haaretz, il giornale progressista israeliano, inizia a chiedere maggiore flessibilità nelle trattative con gli arabi. Nella primavera del 1970, Nahum Goldmann, presidente del Congresso ebraico mondiale, si propone come intermediario per andare a parlare con Nasser al Cairo. Da una parte, Goldmann critica Golda per la rigidità con cui si contrappone a qualsiasi concessione, dall’altra ha bisogno del consenso del primo ministro per il viaggio. Golda non è certo una persona che si lascia scavalcare, ma evita lo scontro diretto e prende tempo. Risponde a Goldmann che non può decidere da sola, deve convocare il gabinetto dei ministri perché, per quanto informale, Goldmann verrebbe visto al Cairo come un rappresentante di Israele. Non tutto va come previsto. La notizia sfugge alla segretezza tanto amata dalla premier e diventa di dominio pubblico galvanizzando la stampa israeliana. «Give Goldmann a chance», si legge sui giornali di sinistra parafrasando la canzone di John Lennon Give peace a chance; e a queste espressioni si aggiungono i soliti slogan misogini: «Goldmann al Cairo, Golda in cucina». Tanto sono accese le proteste che un centinaio di manifestanti



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.